“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti”.
Da qualche giorno, risuonano nella mia testa, queste parole scritte da Antonio Gramsci nel lontano 1917.
Un monito che, a distanza di centocinque anni, è ancora attuale. E lo è, ancor di più, dopo i fatti di Civitanova Marche.
Perché, oltre lo shock per l’assassinio di Alika Ogorchukwu, c’è tanto da riflettere su quanti erano pronti lì a filmare il tutto, anziché intervenire.
Cosa frena l’essere umano dal non spendersi per un’altra persona in difficoltà? Probabilmente la paura, ma indubbiamente l’indifferenza.
Viviamo sempre più in una società dove l’Io prevale sul Noi e questo lo si può notare in tanti campi, soprattutto quello politico. Stiamo attraversando una calda – in tutti i sensi! – campagna elettorale, dopo la crisi di governo innescata dal M5S e finalizzata da Lega e Forza Italia. Campagna elettorale dalla quale, negli ultimissimi giorni, sono scomparse le tematiche e si pensa soltanto agli uninominali e alle posizioni eleggibili nel proporzionale, il tutto tradotto in un vero e proprio scontro elettorale, soprattutto verbale, tra i leader dei principali schieramenti in campo.
A proposito di campagna elettorale, ahinoi, è capitato proprio il caso di cronaca nera di cui si parlava sopra. E subito, a cose fatte, non si è perso tempo a solidarizzare con la famiglia e a condannare chi vuole più accoglienza e, viceversa, chi vuole ‘porti’ chiusi.
Poche, pochissime le ‘condanne’ nei confronti di chi si è lavato le mani in modo pilatesco e, anzi, le ha utilizzate per filmare l’accaduto.
Dovremmo, allora, provare a tornare seriamente nel mondo reale, accanto alle persone e uscire dal mondo virtuale. Dovremmo ascoltarle queste persone, comprendere i loro dolori e le loro gioie e capire come poter dar loro una mano. È solo così che potremmo tentare di cambiare il modo di pensare e agire della società e della politica. Solo così, negli anni – o nei mesi – a venire, i seggi elettorali e le sedi dei partiti politici torneranno a riempirsi. C’è bisogno che ognuno, nel proprio piccolo, torni ad odiare gli indifferenti e l’indifferenza. Solo in questo modo, parafrasando il titolo di un reading che Obiettivo Comune portò in scena qualche anno fa (L’Umanità è invisibile agli occhi?!, 2020) potremmo provare a rendere visibile e vivibile l’Umanità.