di Gianmarco di Manno
La costituzione spegne 70 candeline, ma è bella ancora come il primo giorno. Ne abbiamo parlato qualche giorno fa su questo blog e proprio da qui mi piace ricordare le donne che vennero elette all’Assemblea costituente. La prima volta, in Italia, che le donne esercitarono il diritto di voto ed entrarono in Parlamento: 14 milioni – oltre l’89% – le votanti e 21 le elette.
Nove democristiane, nove del Partito Comunista, due socialiste, una de L’Uomo Qualunque. Così erano suddivise le 21 “soldatesse” che fecero breccia in una sfera pubblica all’epoca pensata esclusivamente al maschile. Una responsabilità sudata e conquistata anche tramite il contributo offerto durante la Resistenza.
Le 21 costituenti erano donne consapevoli, molte di loro laureate. In cinque entrarono nella commissione dei 75 per la stesura della costituzione e il loro apporto fu decisivo in temi di fondamentale importanza come la parità di genere, il lavoro femminile, l’infanzia, la famiglia, il matrimonio. Il matrimonio non è più “indissolubile”, la retribuzione dev’essere come quella del’uomo…La rivoluzione era in atto e diede il la ad una pioggia di provvedimenti che si susseguirono negli anni: nel lavoro, nella famiglia, in magistratura, nelle forze armate.
Un passo dirompente fatto in un clima di pregiatissimo idem sentire, quello post-bellico. Un qualcosa che, oltre ad essere ricordato, va coltivato e preso ad esempio. Oggi più che mai.